Christmas for all, il mio nuovo libro. Italian e English version

Taniavinyl cambia vestito e si trasforma in libro per le feste di Natale.Otto ricette tutte Natalizie e il menù per il Party di Capodanno. Piatti rigorosamente vegetariani, gustosi, ricchi e saporiti così come deve essere per le feste,il tutto condito da un pò di ironia, buona musica e qualche bicchiere di vino. Solo ricette nuove che troverete nel libro ma non in questo sito.
Ho messo in questo libro tutta la mia passione e il mio amore per il buon cibo e spero di cuore che le foto possano farvi venire fame solo a guardarle. Troverete due idee per antipasto, due primi piatti, due piatti unici e per finire due favolosi dolci. Per il Party di Capodanno mi sono ispirata alla cucina Tex Mex, per rendere tutto gioioso, facile e colorato. Ogni ricetta ha la sua colonna sonora, che con la musica viene tutto meglio.
Potete trovare il mio libro Christmas for all su Amazon nell’edizione Kindle o Paperback. Se cercate un modo ironico e divertente di cucinare per le feste questo libro è il regalo perfetto per Natale! intanto qui continueremo con le ricette legate alla stagione. Aspetto i vostri commenti e impressioni.
La vostra Taniavinyl

Hello guys, there we go, my new book is available now on Amazon, kindle or Paperback in English Version. Christmas for all, the Italian way for veggie Christmas Party. This is the book you need for survive to Christmas Holidays as a Vegetarian. Good food, good music and a lot of sarcasm can make your Holidays season better than ever.
Eight recipes, from apetizers to pastaplate, from something to share to something sweet, the perfect way to enjoy this season with your friends and family. If you are looking for something new, delicious and full of italian food this is the book for your Christmas. In the meantime i’ll be waiting for you here on my blog.
Taniavinyl

Lo Spazio Mavv

Ci sono posti in cui ti senti subito a casa, che ti catturano ma non sai perchè, che sembrano quasi eterei, posti che ad ogni stagione si rigenerano, come una fenice che di anno in anno risorge.
La rinascita dello Spazio Mavv avviene tutti gli anni a ottobre, è come se per questo posto l’autunno possa portare solo buona musica, buone serate, buona compagnia.
Questo locale sito in un paese della provincia di Treviso non ha nulla da invidiare ai suoi fratelli più grandi che esistono nelle grandi città.
Locali underground, dove si suona solo musica dal vivo di altissima qualità, con un genere che spazia dal no wave, al grunge, al dark facendo l’occhiolino al rock in più di una occasione.
Gestito con amore, passione e dedizione da circa 6 anni da Marco e Thomas.
Lo stesso Thomas si occupa delle scelte musicali, sempre accurate, mai banali, sempre sorprendenti.
Un posto in cui durante la settimana si svolgono corsi e seminari di ogni genere ma che durante il week end diventa il tempio indiscusso della musica dal vivo, ma non solo.
La Genesi quest’anno è arrivata prorompente il 7 ottobre con una serata variegata e piena di soprese, hanno aperto la stagione Live i Muppets for Dinner, una band giovane, dinoccolata, esaltante, a tratti frippiana, con un mood e un sound che non può che catturarti. Il loro Ep Elefanti Pesanti appena uscito parla di tutto ciò che oggi ci appartiene e no, di tutto quello che ci angoscia, della rabbia ma anche dell’amore. Con un frontman potente che ti trascina nel suo mondo e tu non puoi che stare là ad ascoltare il suo barrito.
La serata è proseguita con Davide Vettori ai piatti in una location a dir poco esaltante, direttamente sotto il soffitto sopra i bagni di entrata. A quel punto è stato impossibile non battere almeno un piede per seguire il ritmo.
Dopo una Genesi così eclatante il nostro Spazio Mavv, si perché è un po’ di tutti, perché quando ci vai ti trattano come un vecchio amico, è calato nel mondo del No Wave.
Il 14 ottobre ha ospitato con emozione e passione i monologhi di Lydia Lunch, che per chi non la conoscesse è un’artista Newyorkese che ha iniziato alla fine degli anni 70, fedele a sé stessa, mai commerciale, ha collaborato con artisti del calibro di Nick Cave.
Ascoltarla mentre sorseggiavo un bicchiere di vino, vederla bere whisky intanto che si racconta con la voce rotta, accendersi una sigaretta e sventolarsi con un ventaglio nero di pizzo è stato esaltante, romantico e decadente allo stesso tempo.
La nuova stagione si prospetta promettente e non resta che attendere i prossimi week end.
Queste sono le cose che succedono allo Spazio Mavv, può capitare di trovarci band emergenti o giganti del passato o artisti di cui hai letto la settimana prima su Classic Rock.
Un luogo che va difeso, coccolato e preservato con la presenza di chi passa da queste parti, di chi ci vive, di chi ama la musica.
Entrare allo Spazio Mavv è entrare in un posto in cui le buone idee e la buona musica prendono forma.
Un posto in cui parla solo la Musica.

Il mercato di Durazzo

 

Se avete voglia di intraprendere un Viaggio fatto di paesaggi stupendi, ore e ore di macchina a macinare chilometri, a riempirvi le orecchie di lingue diverse, di tramonti, di alberi di fico lungo la strada, di palazzi e lusso e poi bambini vestiti di nulla e mucche in mezzo alla carreggiata, frontiere da attraversare per renderti conto che non ci sono “frontiere”, non ci sono

“confini”, se amate la frutta e la verdura freschissima e i colori e i profumi che solo i mercati hanno, allora potete addentrarvi nel meraviglioso mercato di Durazzo.

Un po’ al coperto, più che altro dal caldo, e un po’ in strada, si affacciano mille banchetti nei quali i contadini vendono quello che producono, dai fichi neri e verdi alle erbe di montagna e le immancabili spezie, qui la fa da padrone l’origano.

E all’interno potete trovare una varietà infinita di peperoni: friggitelli, cornetti gialli e rossi, cornetti verdi e peperoni classici, tutti dolcissimi e croccanti e sempre accompagnati da varie tipologie di peperoncino.

E poi aglio fresco e secco e una immensa varietà di olive, nere, verdi, kalamata, insaporite con peperoncino, con peperoni dolci, con origano o altre spezie.

E banchi interi di meloni, gialli, retati o lisci e pesche dolcissime e sode.

Qua la cucina ha subito diverse influenze, troverete piatti molto mediterranei, come la feta con i friggitelli, ma anche piatti tipici dell’Europa dell’est come il mitico Burek fatto allo stesso modo in cui si fanno le Burichitas in Israele e poi un fantastico pane che è il classico pane carasau delle Sardegna.

A volte anche da un piccolo mercato rionale si può capire quanto siamo vicini, quanto non esistono confini e frontiere.

Ancora una volta il cibo unisce, accomuna e diventa convivialità, anche nel condividere un semplice fico appena colto con chi ti è accanto.

 

 

Una notte di Pura Poesia a Roma: Franco Battiato e Alice, Auditorium parco della musica

In una splendida serata romana, nella Cavea, la parte esterna dell’auditorium progettato da Renzo Piano, si assiste a quasi due ore di pura e semplice poesia.

La prima parte del concerto è tutta nella calda e accogliente voce di Alice, splendida ed elegante, tiene il palco con classe, delicatezza e grande professionalità.

Il pubblico è catturato dalla sua presenza e fioccano gli applausi a scena aperta e prolungati,non è possibile resisterle. Quando alla fine della sua performance iniziano le note di “Per Elisa” si viene tutti trasportati in un’epoca lontana, in cui capelli cotonati e spalline erano la normalità. E d’altra parte colpisce l’attualità della musica e del testo,un tuffo nel passato e nel futuro allo stesso tempo.

E poi arriva lui, con un passo stanco, quasi dismesso, si siede su un piccolo divano e comincia a snocciolare un capolavoro dopo l’altro, con voce ferma e decisa, impaziente con l’orchestra, perchè lui vuole cantare e finire presto, come se gli costasse stare lì.

E nell’aria c’è il profumo di amori passati, di estati da ragazzi, di neve e freddo, e poi di amore che dura in eterno. Perchè le sue canzoni sono cartoline di vita, sono fotografie di posti che non abbiamo mai visto, sono racconti di amore che vorremmo vivere.

E poi quella voce sussurrata in “La Canzone dei vecchi amanti” quel “mio amor, mio dolcissimo meraviglioso amor” cantato con una delicatezza struggente. Quella voce che poi diventa decisa e forte in “Povera patria”,e tu che sei lì e ascolti la senti, senti che “cambierà”…

e nel momento in cui iniziano le note di “Voglio vederti danzare” cambia tutto davvero, il pubblico non sta più seduto, ballano tutti, Franco Battiato si alza e inizia a dondolarsi anche lui, e in quel momento è solo gioia, poesia, comunione di un momento unico.

Non esistono differenze, non esiste prima fila e balconata, esiste solo la musica.

E poi i duetti, voci che si rincorrono, senza virtuosismi ma solo per raccontare una storia.

Il concerto finisce e pian piano ci si incammina per le vie di Roma, splendida nella notte, e di fronte a Fontana di Trevi, al Pantheon, a Piazza del Popolo, a Trastevere non si può fare a meno di pensare alla Bellezza.

Il mondo ha solo bisogno di ricordarsi la Bellezza.

E allora lasciamo che sia la musica a parlare

Let music speak, let love rules.

 

Graz e il suo mercato

 

 

Graz è la seconda città più grande dell’Austria. È un polo studentesco, ci sono circa 40000 studenti che la affollano e perciò è molto viva, moderna e piena di locali, piccoli caffè e ristorantini di ogni tipo.

Non potete perdere il suo lungofiume dove è d’obbligo una sosta al Kunsthauscafè.

Frequentato principalmente da studenti e gente del posto è la location ideale per passare un pomeriggio piovoso: tisane fatte con menta fresca, calde e confortanti, wifi libero e su ogni postazione e tavolo prese usb e ricarica lap top. E poi piccoli stuzzichini: dai panini con humus alle torte salate con feta e spinaci. I prezzi naturalmente sono modici e ci sono un sacco di libri da sfogliare e guardare anche solo per passare il tempo, per non parlare della location…

Un po’ rientrata rispetto al fiume si trova la piccola Lendplatz dove ogni giorno, domenica esclusa, si svolge il mercato dei contadini.

Prodotti freschi che arrivano dalle campagne portati qua direttamente dai contadini.

Qua troverete solo prodotti di stagione, freschi e genuini.

E poi quanti colori: carote gialle, arancioni e bianche di tutte le misure, rape rosse e bianche, molte verdure a foglia verde e dei deliziosi mazzetti con porro, carote, sedano rapa e prezzemolo già pronti per fare delle gustose zuppe.

Non vi preoccupate della lingua, bastano molti sorrisi, la gentilezza e l’amore per la terra si respirano in tutto il mercato.

Ma qua non trovate solo verdure: in cucina adesso vanno molto gli aromi e allora c’è un banchetto infinito che li vende.

Ho contato circa 15 tipologie di menta: la piperita, al lime, alla banana, a foglia grande o piccola, e poi basilico rosso, variegato, e poi origano, salvia di almeno 5 specie e piantine da orto.

E naturalmente uova fresche e banchi di fiori, pieni di colori e carichi di profumi.

Il tutto contornato dai soliti banchetti dove poter sorseggiare un caffè accompagnato da una deliziosa fetta di dolce.

Vale la pena farci un giro anche perché là vicino, andando verso il fiume c’è la casa della birra, dove potrete fare acquisti di altro genere ma sicuramente soddisfacenti!

Una piccola cittadina ideale per passarci un delizioso week end.

Io consiglio vivamente l’hotel Daniel, basta guardarlo, capirete perché.

E allora non rimane che fare la valigia e prepararsi per un altro viaggio…

An evening with Steven Wilson

An evening with Steven Wilson
Orpheum Theatre, 24 aprile 2016, Graz

 

Ho sempre amato i concerti, l’attesa, le luci che si abbassano, le note che iniziano a coinvolgerti.

Fa parte delle mie passioni la musica, quella suonata dal vivo, quella che ti prende dentro, ti fa dimenticare tutto, ti fa sognare.
E allora perché non approfittare di un giorno di festa per andare in Austria e godersi il concerto di questo personaggio favoloso.
Steven Wilson, sconosciuto alle grandi masse ma per gli amanti del rock e del progressive un’icona.
Ancora oggi considerato un enfant prodige anche se ha più di quaranta anni, è l’erede di quell’approccio alla musica, come forma di arte e di catarsi, di band del passato come King Crimson e Pink Floyd.
Dopo avere suonato per anni con il progetto Porcupine Tree e con il tenebroso Aviv Geffen con i Blackfield, da qualche anno Steven si è concentrato di più sulla sua carriera solista.
Fantastico polistrumentista, geniale nelle sonorità, si circonda di musicisti alla sua altezza che in quasi tre ore di concerto non sbagliano una nota o un attacco e ridono e scherzano con lui per tutto il tempo.
È la quarta volta che lo vedo in concerto, e non mi sarei aspettata di ridere così tanto.
Contro ogni aspettativa, soprattutto rispetto alle performance del passato, ha parlato molto tra una canzone e l’altra, pendendo in giro sé stesso e l’etichetta di “noioso miserabile” che gli viene affibbiata perché le sue canzoni sono spesso tristi, depresse e affrontano temi difficili.
La spiegazione ce la dà lui stesso: “ogni artista che sia musicista, un regista ma anche ognuno di noi ha un parte oscura, triste e depressa dentro di sé. Ogni artista fa un lavoro quasi catartico per tirarla fuori e semplicemente regalarla al pubblico che lo segue…”
In una platea gremita di ragazzi giovani e meno, e di molte, moltissime ragazze, la prima parte del concerto è dedicata all’ultimo album “Hand cannot erase”, ogni canzone accompagnata dalle bellissime immagini dei video collegati.
La seconda parte dedicata invece ai pezzi più vecchi, qualcosa dei Porcupine Tree, ma più che altro della sua carriera solista, il tutto intervallato dal suo continuo interagire con il pubblico tanto che ad un certo punto fa ripartire una canzone perché si dimentica di iniziare a cantare.
Una voce limpida, stupenda e calda, soprattutto nel commosso tributo a David Bowie con la canzone dei Porcupine Tree “Lazarus” tratta dall’album Deadwing.
E poi la confessione: “quando avevo 13 anni il mio cantante preferito era Prince, cavolo era così sexy e ballava in modo straordinario, non che non mi piacessero i geni del rock, anzi,ma erano completamente “Unsexuals” e io non volevo essere come loro, volevo essere come Prince”.
E il suo tributo a questo immenso artista arriva con la memorabile “Sign Of the Time” in cui basso e chitarre quasi urlano di rabbia.
Un concerto favoloso che si conclude con applausi incessanti, inchini infiniti e una certezza nel mio cuore.
È valsa la strada, il freddo e la fatica, è valso tutto, perché la musica ti arricchisce sempre.
Where the words Fails, Music Speak”
“Quando le parole falliscono, parla la musica”

Il mercato Centrale di Livorno

Il mercato Centrale di Livorno

Un posto magico, uno dei pochi mercati ancora attivi giornalmente nella nostra meravigliosa penisola, un mercato coperto ma che trova la sua continuazione all’esterno con banchi di abbigliamento e articoli per la casa, per poi proseguire nella piazza adiacente con altri banchi di frutta e verdura.

Qua è dove ho passato molte estati della mia infanzia, correre tra i banchi anche se avevo solo 7 anni, perchè ci si conosce tutti, perchè ero ‘protetta’ dal popolo del mercato, là avevano un banco i miei nonni e una zia, là era una piccola città nella città.

Il mercato centrale, quello coperto dove si trova dalla verdura alla frutta più fresca, dove ci sono almeno dieci tipi di focacce, dove però il pane Toscano senza sale, quello buono davvero ce l’hanno solo poche botteghe.

Le botteghe… la particolarità di questo posto sono proprio le botteghe: l’ovaiolo che vende solo le uova: grandi, piccole, bio, di quaglia, di gallina, per fare la pasta o da mangiare in camicia. E poi il civaiolo, la bottega dove si vendono le civaie, cioè tutti i semi, dai fagioli ai ceci al riso di tutti i tipi e naturalmente le spezie, e poi il pollaiolo che non è il macellaio, che vende solo carne rossa, che non è il norcino, che vende solo il maiale. E poi il banchetto delle erbe cotte: spinaci, bietole, rapini già cotti pronti da manigare, solo quelli.

E il baccalà bagnato venduto in una bottega che vende quello e i ceci, niente altro…

E poi frutta e verdura, esotica, biologica o a km zero, e aglio fresco intrecciato e collane di peperoncino.

E tutte le mattine è pieno, il sabato più di tutto, persone che arrivano a piedi o in macchina da tutti i quartieri perchè qua si trova tutto fresco, che se arrivi dopo le undici ‘un trovi più nulla’ e le donne con le buste che mentre camminano si scambiano pareri su come cucinare, senza sapere chi sono, cosa fanno, senza conoscersi.

Un mondo protetto e unico, patrimonio dei miei ricordi,uno di quei posti che vale la pena visitare anche solo una volta.

Uno di quei posti che rimangono ‘Per Sempre’.

 

Il Borough Market di Londra

Il Borough Market di Londra

Londra è una città ricca di mercati di tutti i tipi che offrono qualunque varietà di cibo: biologico, etnico, solo pesce, solo carne e prodotti internazionali.

I miei preferiti a Londra sono due: il Brixton Market con le sue specialità giamaicane e africane, e il Borough Market.

Quest’ultimo è il mercato più grande di Londra per quanto riguarda la diversità di prodotti offerti e la molteplicità di sapori e profumi.

Qua troverete banchi immensi di frullati di frutta fresca e macedonie da passeggio, banchi di frutta e verdura, ma anche chioschetti dove offrono degustazione di prosecco e bruschetta, focacce e mozzarella di bufala campana.

Oltre alle nostre eccellenze qua potrete fare un viaggio culinario intorno al mondo, dalla paella al gulash, dai burger ai wanton.

E poi formaggi di tutti i tipi, tutte le qualità di cheddar, sublime quello al jalapeno, e formaggi francesi e italiani.

E poi i dolci: fette di torta al cioccolato, bomboloni ripieni di crema o cioccolato, macherons, cioccolato in tutte le sue varianti: da spalmare, da mordicchiare, da degustare, da sciogliere e mangiare con la frutta fresca.

Questa è una meta per la spesa di molti londinesi che durante il week end cercano qualcosa di diverso da mettere in tavola e si fanno ispirare dai profumi e i colori di questo luogo.

E’ anche una meta deliziosa per i turisti, la Tate Gallery non è distante, in una sola giornata si può nutrire la mente, lo spirito e il corpo.

In questo mercato è difficile non trovare quello che cercate, qualunque sia la vostra passione culinaria.

Il mio consiglio: fermatevi a guardare ogni bancarella, a chiacchierare con le persone.

Si sa, chi ha la passione del cibo ha sempre delle storie interessanti da raccontare…

Il Carmel Market

Immaginate un mercato pieno di ogni genere di frutta e verdura, fresca e secca, e poi olive di tante varietà, formaggi, salumi Kosher e carne Halal, dolci speziati, banchi enormi che vendono solo pitta, il classico pane da kebab.

E poi in un angolo piccoli banchetti con vecchie signore che arrotolano la pitta con grande maestria riempiendola di ogni ben di Dio: humus, olive, falafel, salsa piccante, mentre in un perfetto inglese vi chiedono da dove arrivate e se vi piace questa città che non dorme mai.

E poi chioschetti infiniti di melograno, pompelmi e arance, Jaffa è proprio qua affianco, e avocado, morbido in mezzo a mille spezie di tutti i colori: dal giallo della curcuma al rosso della paprica e una miriade di peperoncini, tutti appesi a mò di collane per farli seccare al meglio…

E poi la gente, che compra, ride, discute, balla e canta o magari prega in un angolo.

Idiomi diversi parlati nello stesso momento e volti sorridenti, sempre sorrisi.

Inoltrarsi per i banchi del Carmel Market è come entrare in un mondo parallelo, gli aromi, i profumi e i colori non hanno uguali e ci si sente accolti, non vi preoccupate della lingua, tutti parlano un perfetto Inglese e sanno consigliarvi nella scelta del migliore avocado o delle olive, anche se non glielo chiedete.

Il Carmel Market è il simbolo di una città giovane, vivace, multiculturale e aperta al mondo e alle nuove tecnologie.

La città più laica del mondo, con un lungomare stupendo e una spiaggia che può accontentare tutti: chi ama i cani, il kite surf, il surf, le passeggiate in solitaria o stare in mezzo ai bambini. Ognuno qua troverà la sua dimensione, magari potandosi in riva la mare un piccolo burek preso al Carmel Market.